Quando ho visto sul tabellone dei tempi alla fine dei miei 100 dorso 1.01.94 mi sembrava impossibile, un sogno.
La settimana prima, durante la prima parte dei campionati Regionali avevo tentato di scendere sotto il tempo limite nei 200 misti, 2.19.00, ma nonostante gli sforzi, mi sono dovuto accontentare di 2.20.24. era il mio tempo migliore in quella specialità, ma non ero per niente soddisfatto. Proprio per questo motivo scendere sotto il tempo limite di 1.03.10 mi è sembrato un qualcosa di “assurdo” (avevo come miglior tempo 1.04.50).
Il giorno dopo nei 200 dorso, è arrivato il secondo tempo: 1.14.68, medaglia di legno per 11 centesimi. Nonostante la delusione del 4° posto, ero già con la mente a Riccione, sapendo che sarei sceso con ben 2 gare.
Nelle 2 settimane che hanno preceduto gli Italiani, durante gli allenamenti con l’aiuto di Ivano e Stefano ho cercato di migliorare ogni singolo errore della nuotata, partenza, virata… ogni volta con la stessa voglia. Con l’avvicinarsi delle gare, ero sempre più con il pensiero di Riccione, ma proprio in quel momento bisognava stare più attenti, pensare prima di fare qualsiasi cosa.
Lunedì è arrivato: mancano otto lunghissime ore di scuola per poi partire verso Riccione. Già il pensiero di dover stare con persone che non conoscevo in hotel (Nuotatori Milanesi) mi faceva sentire meno felice, perché non avevo amici con cui parlare o ridere, anche se sapevo che ci sarebbero stati ragazzi che già avevo avuto l’occasione di conoscere come Christian Besia (ex Malaspina) e Luca Amadei (ex GEAS con il quale nuotavo). . All’arrivo ho conosciuto il mio compagno di stanza e Besia e Valsecchi (altro ex Malaspina) si sono divertiti a rasarmi i capelli a loro piacimento (Matricola).
La notte prima della gara ero agitatissimo, un po’ come se fosse “una notte prima degli esami”. Sono stato per circa venti minuti a pensare come affrontare la prima gara: i 100. La mattina quando sono arrivato in piscina mi ha fatto un certo effetto vederla allestita in quel modo, con tutti gli sponsor. Durante il riscaldamento ho provato ad inserire tutti gli esercizi provati nelle settimane che precedevano la gara. Il momento peggiore è arrivato al momento della chiamata, perché sapevo che avevamo, io e tutti gli altri ragazzi un tempo molto simile, con la differenza di circa 1 secondo.
Purtroppo la gara non è andata benissimo, dato che ho peggiorato di circa mezzo secondo, ma non ero così arrabbiato, perché ho pensato: “non importa molto come sia andata la gara, ma sapere di essere arrivato fino a questo punto”. Il giorno dopo anche i 200 non sono andati bene, peggiorando di 1 secondo e mezzo. Già il giorno prima non mi sentivo carico come ai Regionali, ma avevo molta più tensione addosso. Prima di partire per tornare a casa mi sono rilassato per scaricare ansia e tensione e quando sono arrivato, ero felice di essere riuscito a realizzare ciò che volevo dall’inizio della stagione.
Ora però bisogna pensare alla parte estiva, e soprattutto a riuscire a scender sotto i tempi limite per Roma, in vasca da 50m.